Aleramici in Sicilia: primo itinerario turistico sulle tracce di un’antica emigrazione

“Aleramici in Sicilia”, il progetto pluriennale, ideato e lanciato da Roberto Maestri e Fabrizio Di Salvo nel giugno del 2017, patrocinato dalla Regione e dal Consiglio Regionale del Piemonte, dalle Regioni Sicilia e Liguria, dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, dalla Fondazione UNESCO Sicilia, torna in Sicilia per quattro giorni di importanti convegni.

Grazie alla presenza di insigni accademici, tra cui i proff. Salvatore Trovato e Francesco Barone dell’Università di Catania, Salvatore Lo Re – Presidente della Società di Storia Patria della Sicilia Centro Meridionale, Diego Ciccarelli dell’Università di Palermo e Presidente dell’Officina di Studi medievali, Rita Foti, Calogero Ridulfo nonché figure istituzionali quali i sindaci delle località raggiunte e appassionati studiosi siciliani come relatori, saranno approfondite numerose tematiche legate al progetto che sta riscuotendo interesse e riscontro anche a livello internazionale, dal notissimo storico medievalista francese Henri Bresc alla prof.ssa Joanna Drell dell’università statunitensi di Richmond in Virginia.
Inoltre, le giornate di incontri e di studi in Sicilia sono tra le priorità di Nadia Ghizzi ed Angelo Soave del Circolo “I Marchesi del Monferrato”, che auspicano di rinsaldare il legame tra Piemonte e Sicilia, uniti nella realizzazione dell’ambizioso progetto, condiviso anche dal Club per l’Unesco di Piazza Armerina, che già dal 2014 (ereditando dalla Fondazione Fidapa un progetto di Parco Storico su Adelasia del Vasto, terza moglie del Conte Ruggero I e madre di Ruggero II primo re di Sicilia), aveva iniziato un percorso di studi ed approfondimenti su questa Donna, ignorata dalla Storia raccontata quasi sempre al maschile.
Dal 4 all’ 8 maggio si svolgeranno le quattro giornate di conferenze a partire da San Fratello (con il coordinamento dei proff. Salvatore Mangione e Adelfio Crivillaro), poi Nicosia ( con il dott. Charlie La Motta) e Aidone (con la prof.ssa Franca Ciantia); la chiusura è prevista nella “città aleramica” di Piazza Armerina, dove, oltre al Club per UNESCO (presieduto dalla prof. Anna Di Rosa Placa, segetaria Lavinia Garcia) si è attivata una proficua collaborazione con la Società di Storia Patria ( presieduta dal Prof.Lo Re). Tutti hanno lavorato all’organizzazione delle quattro giornate.


Durante questi incontri si svolgerà il ” Gran palio di San Filadelfio” il 5 maggio a San Fratello, patrocinato dal circolo dei Marchesi del Monferrato, ed una rievocazione storica in costume l’ 8 maggio sulla distruzione di Piazza ad opera di Guglielmo il Malo.

Sarà presente il manager dott.Roberto Cerrato del sito UNESCO dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, interessato all’itinerario enogastronomico, “progetto nel progetto” insieme alla scoperta e valorizzazione degli aspetti storici, politici, economici e linguistici, frutto di numerosi anni di studi e di approfondimenti da parte di accademici, cultori appassionati e conservatori delle memorie del passato: oltre dieci anni di ricerche che hanno evidenziato una fusione di culture, determinata dalla prima emigrazione economica della storia di popoli del nord, pronti a recarsi nella ricca e attraente terra di Sicilia del primo secolo dell’anno Mille.

La ricerca diventa l’opportunità di rivivere questo viaggio lontano quasi mille anni, quando genti del nord Europa, alcune anche di origine francese, insediate da anni nel nord Italia, si spinsero fino alla Sicila: un’ immigrazione al contrario in due fasi; la prima legata ad Adelasia (Adelaide) del Vasto alla fine dell’XI secolo e la seconda in epoca federiciana, protrattasi fino al 1250, alla morte dello Stupor Mundi.

Un itinerario creato e seguito in questi anni con ricerche, viaggi e studi portati avanti da Maestri, Di Salvo e dal Prof. Walter Heberstumpf di Torino.

Un percorso che coinvolge il Piemonte (Monferrato, Langhe e Roero), in parte il vercellese, la Liguria, la Lombardia con l’Oltrepo’ Pavese, per arrivare fino ad alcune località della Basilicata, della Puglia, della Calabria ed a gran parte della Sicilia con oltre settanta località.

Un itinerario nato dall’amicizia di Roberto Maestri e Fabrizio Di Salvo, il primo liguro/piemontese, il secondo vercellese ma di origini siciliane, i quali con lungimiranza concepirono questo progetto che avrebbe potuto generare una rivoluzione culturale, distruggendo luoghi comuni sulle differenze tra Nord e Sud e avvicinando un popolo, quello italiano, alle volte fermo su posizioni campanilistiche.

Un’ opportunità per rivalutare una terra, quella siciliana, ed il Sud in generale, troppo spesso giudicato in modo superficiale e per ritrovare le tracce tangibili di una fusione, di una contaminazione culturale e sociale, presenti nella lingua galloitalica come hanno evidenziato gli studi del prof. Trovato (già ordinario di Linguistica e Glottologia presso l’Università di Catania e promotore di un’ Associazione per la conoscenza e salvaguardia dei dialetti galloitalici della Sicilia) e della prof.ssa Rita Foti con la sua ricerca sui cognomi locali, spesso legati a soprannomi che richiamano le località di partenza degli uomini del Nord.

Un’opportunità unica nel suo genere, che diventerà un percorso storico, turistico ed enogastronomico in grado di favorire la ricerca delle proprie origini sia per chi partendo dal nord, vorrà raggiungere il Sud e conoscere i luoghi dove emigrarono i propri antenati, sia per chi, al contrario, da Sud vorrà andare al Nord e visitare le contrade da cui essi partirono.

Le giornate saranno anche l’occasione per ricordare uno dei promotori del progetto, il ricercatore Roberto Maestri, tragicamente scomparso lo scorso ottobre 2018, con cui Fabrizio Di Salvo ha compiuto numerosi viaggi in Sicilia, percorrendo più di quattromila chilometri e toccando le località aleramiche (oltre settanta comuni) presenti nell’itinerario dove sono ancora evidenti le tracce del Galloitalico, così come in alcune località della Basilicata, della Puglia, della Campania e della Calabria.

Un lungo documentario dal titolo “Aleramici in Sicilia” (titolo anche della pubblicazione del 2018 a cura di Roberto Maestri e del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”) è in fase di completamento a testimonianza sia dell’importanza della salvaguardia del dialetto galloitalico, sia di altre notevoli intuizioni e positivi risultati delle ricerche, materiale ulteriore per avvicinare le terre individuate, legate da un sottile filo conduttore costituito dai “viaggi” degli Aleramici.

Aleramici in Sicilia: primo itinerario turistico sulle tracce di un’antica emigrazione