Sulle orme degli Aleramici nasce un percorso culturale, turistico ed enogastronomico.

Il progetto pluriennale “Aleramici in Sicilia”, ideato da Roberto Maestri e Fabrizio Di Salvo, avviato nel giugno del 2017, patrocinato dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dalla Regione Sicilia, dalla Regione Liguria e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e quello della Fondazione UNESCO Sicilia, è tornato in Sicilia dal 4 all’8 Maggio per importanti incontri in cinque località fondamentali per il nascente itinerario: San Fratello, Nicosia, Sperlinga, Aidone e Piazza Armerina.

Nel primo Convegno, che si è svolto a San Fratello, coordinato e moderato da Salvatore Mangione, si sono indagati gli aspetti relativi alla lingua galloitalica e si è parlato della concreta possibilità di un riconoscimento costituzionale. Sono intervenuti in merito Fabrizio Di Salvo, Salvatore Lo Sauro, Alfonso Di Giorgio, Luigi Carroccetto, Giuseppe Foti , Dario Caroniti dell’Università degli studi di Messina ed il sindaco Salvatore Sidoti Pinto, in rappresentanza delle istituzioni. Fabrizio Di Salvo, dopo avere ricordato il compianto Roberto Maestri, ha parlato dell’origine del progetto e del fondamento sul quale poggia: una pagina di storia unica nel suo genere, un’immigrazione ‘ribaltata’ da Nord a Sud, che cambia i paradigmi di lettura e costringe ad osservare con occhi nuovi ciò che si credeva impostato in un certo modo.

Nel pomeriggio si è svolta la seconda edizione del Gran Palio di San Filadelfio, patrocinato dall’associazione “Marchesi del Monferrato” e dal progetto “Aleramici in Sicilia”: una manifestazione unica nel suo genere, a cielo aperto, con il suggestivo sfondo del teatro naturale del parco dei Nebrodi  ed una rievocazione in costume dell’arrivo di Adelaide del Vasto e degli Aleramici al suo seguito, che ha dato modo di mostrare il famoso cavallo sanfratellano e di testimoniare le origini del paese. È stata ulteriore occasione per rinsaldare la collaborazione tra Filadelfio Crivillaro, organizzatore del Palio, con Cristina Antoni dell’Associazione Cultura Viva e con Samantha Panza (Principessa Valentina), oltre a quella tra Piemonte e Sicilia che si sta cercando di consolidare all’interno del progetto.

Il 6 Maggio a Nicosia, presso l’aula consiliare del palazzo comunale, si è trattato invece del legame culturale e linguistico, creatosi a seguito dell’emigrazione franco-normanna. Il convegno è stato aperto e moderato dall’archeologo Charlie La Motta. I saluti istituzionali del sindaco Luigi Bonelli, della Presidente dell’azienda speciale “Silvo Pastorale” Maria Letizia D’Amico, della Presidente della Pro Loco Maria Antonietta La Greca e di Fabrizio Trentacoste, Senatore della Repubblica, presenze autorevoli a conferma dell’interesse sempre crescente, si sono succeduti numerosi interventi. Dopo l’introduzione di Fabrizio Di Salvo che, ancora una volta, ha ricordato Roberto Maestri e presentato il documentario in fase di conclusione dal titolo “Aleramici in Sicilia. Viaggio nel cuore della Sicilia Aleramica Normanna” nonché l’itinerario culturale, turistico ed enogastronomico “Le vie Aleramiche”, ha preso la parola Salvatore Trovato, già docente presso l’Università di Catania, che, sottolineando l’aspetto del lessico e della cultura gallo italica in Sicilia, ha  evidenziato come l’emigrazione dei “lombardi” in Sicilia fosse stata programmata dagli occupanti Normanni per conquistare l’isola; Calogero Ridulfo, storico di Corleone, ha messo in relazione i parallelismi tra parlate e cognomi di alcune famiglie piemontesi emigrate a Corleone; la presentazione di Antiqua Mater ed un approfondimento su percorsi conoscitivi da valorizzare per promuovere scambi culturali tra le scuole dei comuni galloitalici siciliani e quelle del Monferrato sono stati gli argomenti trattati da Patrizia Venuta, presidente di Sicilia Antica a Nicosia, docente di Lettere all’Istituto superiore Fratelli Testa. Il presidente della Pro Loco di Sperlinga, Salvatore Lo Sauro, guida turistica, ha presentato il Festival itinerante del Galloitalico e della memoria storica locale, oltre ad aver tracciato il percorso della rete socio turistica inserita nel progetto, insieme a Salvatore Lo Pinzino. Nel pomeriggio l’Associazione Città Invisibile ha rappresentato una piece teatrale in galloitalico, con brani tratti dall’opera “Antando – Allora” di Antonino Rossignolo incentrata sui tragici avvenimenti occorsi a Nicosia tra il 10 e il 29 luglio del ‘43 durante lo sbarco alleato in Sicilia.

Due importanti eventi hanno caratterizzato il 7 Maggio: durante la mattinata Fabrizio Di Salvo, rappresentante dell’associazione Marchesi del Monferrato, ha incontrato a Sperlinga il sindaco Giuseppe Cuccì: un’occasione per parlare del progetto e scoprire il fascino di questo borgo, il cui nome “spelonca”- secondo l’etimologia greca – descrive le caratteristiche grotte e il Castello, particolare esempio di fortezza rupestre scavata nella pietra arenaria, edificato nel periodo normanno ed inespugnabile per la sua storia. La zona è legata agli Aleramici ed al Conte Ruggero d’Altavilla, che in un privilegio del 1081 cita  Sperlinga.

Nel  pomeriggio ad Aidone sono intervenuti Di Salvo, Salvatore Lo Pinzino, Salvatore Lo Sauro. La coordinatrice Franca Ciantia, insieme ad Attilio Trovato, hanno parlato della lingua galloitalica ad Aidone e di nuove prospettive per lo studio dei dialetti. A conclusione dell’incontro, Valeria Fonti e Maria Pina Pittà hanno fatto un po’ di chiarezza sulla Contessa Adelasia, fondatrice della chiesa di Santa Maira La Cava, confusa spesso con la zia Adelaide del Vasto, più nota e sposa di Ruggero I di Normandia: un momento particolarmente suggestivo, in cui, con la scenografia di figuranti in costume, Valeria Fonti ha ripercorso le vicende storiche della Contessa, mentre Maria Pina Pittà cantava – alla maniera dei cantastorie – “U cuntu da Cunissa”.

Oltre al patrocinio comunale ed alla presenza del sindaco Sebastiano Chiarenza con due dei suoi assessori, hanno contribuito alla realizzazione dell’evento il neonato EcoMuseo “i semi di Demetra” con la presidente Maria Rosaria Restivo, che ha coordinato i lavori, l’Università del tempo libero di Aidone e l’Associazione contessa Adelasia.

L’ultima giornata dell’8 Maggio è stata riservata alla città Aleramica di Piazza. L’incontro, patrocinato dal Comune, rappresentato dal presidente del Consiglio Marco Incalcaterra  e dal vicesindaco Flavia Vagone, è stato introdotto da Anna Maria Di Rosa Placa, presidente del locale club per l’UNESCO, da Lucia Giunta presidente del Consorzio Co.P.A.T  per la promozione del turismo e della FIDAPA, da Agata Caruso, presidente dell’AIParC (Parchi Culturali), tutti partner del progetto a cui collabora Lavinia Garsia e Salvatore Lo Re, docente universitario e presidente della Società di Storia Patria della Sicilia Centro Orientale, moderatore del Convegno.  Oltre a Fabrizio Di Salvo e Salvatore Lo Sauro, si sono alternati Francesco Barone dell’Università di Catania, che si è soffermato sull’importanza della figura di Simone Aleramico, e Rita Loredana Foti dell’Università di Palermo sul peso delle fonti toponomastiche nello studio dell’emigrazione “lombarda”.

Rilevante il contributo di Lorenzo Salvagio presidente del club per l’UNESCO di Sciacca, che ha ribadito l’importanza della rete per le 70 località aleramiche siciliane, rete che potrà generare attivi rapporti reciproci per il progetto dell’itinerario turistico enogastronomico da collegare al nord Italia. Importante presenza di Roberto Cerrato, diretto del sito UNESCO “I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”, che ha messo in risalto i rapporti tra le colture ( viti e nocciole) di quelle zone e della Sicilia.

Nelle quattro giornate si è approfondita la storia di questa immigrazione non ancora molto nota al vasto pubblico, ma che negli anni ha suscitato l’interesse di eminenti accademici, portando alla luce un vasto materiale di carattere storico – scientifico, politico, linguistico, con una certa  fusione di culture avvenuta a seguito di quella che si presume essere la prima emigrazione economica della storia, con popoli del nord pronti a recarsi nella ricca e stimolante terra di Sicilia del primo secolo dell’anno Mille.

Importante il movimento e l’interesse sorto per l’itinerario: un percorso unico nel suo genere, che coinvolge, fino ad ora, ben 250 località tra le zone del Monferrato, Langhe e Roero, parte del vercellese, della Liguria, della Lombardia, con l’Oltrepò Pavese, per arrivare fino ad alcune località della Basilicata, della Puglia, della Calabria e di gran parte della Sicilia.

Un itinerario nato dalle idee di Roberto Maestri e di Fabrizio Di Salvo, due prototipi di questa fusione di popoli: il primo ligure piemontese, il secondo nato nel vercellese, ma di origini siciliane. Un’opportunità per evidenziare le eccellenze e le bellezze di questi territori e un modo per ritrovare le proprie origini, sia per chi partendo dal nord vorrà raggiungere il sud, per vedere i luoghi dove sono emigrati i propri antenati, sia per chi, al contrario, da sud vorrà andare a nord per vedere da dove arrivarono.

Una quattro giorni che è stata anche l’opportunità per rivalutare una terra, la Sicilia, con un lavoro che emancipa, perché evidenzia le tracce tangibili di una fusione, di una contaminazione culturale e sociale, presente nella lingua galloitalica, ma evidente anche in altri aspetti, un ponte di tolleranza e unione per tutti. Si continuerà a cercare nuove intuizioni e nuove collaborazioni, si proseguirà col mostrare i risultati ed esaminare ulteriore materiale per avvicinare sempre più queste terre poste sulla via dei viaggi aleramici.

Sulle orme degli Aleramici nasce un percorso culturale, turistico ed enogastronomico.

Aleramici in Sicilia | Commenti